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  • Immagine del redattoreCarlo Carlotto

La gestione operativa dei finanziamenti a medio e lungo termine

Aggiornamento: 18 mag 2023

Ci siamo lasciati con l’impegno di occuparci della gestione operativa dei finanziamenti a medio e lungo termine (m/l termine). Mai come in questo caso possiamo dire che ogni promessa è debito…


Non esistono definizioni ufficiali di “medio termine” in ambito finanziario.

Nella nostra operatività consideriamo:

  • breve termine: fino a 18 mesi. Sui prestiti con durata da 18 mesi in su viene infatti applicata l’imposta sostitutiva prevista dall’articolo 15 del DPR 601/1973. Detta imposta, a seconda del tipo di operazione, può variare dallo 0,25% (aliquota ordinaria) al 2%;

  • medio termine: da 18 a 36 mesi (ma potremmo spingerci fino a 60);

  • lungo termine: oltre 36 (o 60) mesi.


Per la definizione di finanziamento facciamo riferimento alla sentenza della Corte di Cassazione n. 4611 del 29 marzo 2002: provvista di disponibilità finanziarie, cioè possibilità di attingere danaro, in qualunque momento ciò sia necessario, in base a un impegno in tal senso assunto dall'istituto di credito, con obbligo di restituzione entro il termine (medio o lungo) previsto contrattualmente.


Fatte queste imprescindibili premesse possiamo entrare nella sezione “finanziamenti” della cucina finanziaria gestita in collaborazione tra Digital CFO e Tesoriere.



Innanzitutto è indispensabile avere una copia di ogni contratto di finanziamento che, in funzione dell’organizzazione amministrativa aziendale, potrebbe essere gelosamente custodito dal responsabile amministrativo (o dall’ufficio legale). Se poi riuscissimo a convincere gli affidatari a metterne una scansione in rete (anche questo è digital) avremmo compiuto un passo piccolo ma molto importante nella modernizzazione dell’azienda.


Ormai è difficile ottenere un finanziamento dalle banche senza essere costretti a sottoscrivere un contratto di copertura tassi: come dire che non c’è mutuo senza derivato (purtroppo).

È dunque necessario reperirne pure il relativo contratto.


Effettuata la raccolta della documentazione si passa alla lettura della stessa.

C’è da armarsi di pazienza ma con un po’ di esperienza si farà abbastanza in fretta a individuare le clausole salienti del finanziamento e del relativo “allegato” sgusciando tra le numerose pagine fitte di definizioni, impegni, obblighi, fori legali, etc. e cioè, principalmente:

  • importo,

  • data di erogazione,

  • periodo di preammortamento,

  • durata,

  • scadenza finale,

  • scadenza delle singole rate,

  • tasso,

  • interessi di mora,

  • penale per estinzione anticipata,

  • spese di istruttoria, di erogazione e altre commissioni (ci stava per scappare “balzelli”),

  • (eventuali) covenants da rispettare,

  • obblighi del debitore (normalmente tanti),

  • obblighi del prestatore (normalmente molti meno),

  • note,

  • commenti

Da qui a riepilogarle su una tabella Excel il passo è veramente breve.

A questo punto disporremo della scheda sintetica del finanziamento che ci eviterà ogni qual volta avremo un dubbio di andare a rileggere tutto il contratto. Volete mettere il risparmio di tempo e la facilità di consultazione in rete?


Non ci dovremmo preoccupare di ricordarci le date di scadenza delle rate perché, di norma, la banca avrà predisposto il “comodo” addebito automatico in conto ma, se così non fosse, non ci costerà che pochi minuti inserirle sul nostro calendario elettronico (meglio se condiviso con gli altri componenti della squadra Amministrativa/Finanziaria, a prova di assenze impreviste o ferie programmate del Tesoriere o del Digital CFO).


E ora tocca al piano di ammortamento, o piano di rimborso del mutuo, il vero “cuore” di ogni finanziamento. Si tratta dell’elenco dettagliato cronologico delle rate attraverso le quali il debitore dovrà rimborsare all’ente erogante il capitale ricevuto a prestito e gli interessi.

Concedeteci una brevissima digressione “campanilistica” citando le due principali tipologie di rate di rimborso:

  • all’italiana: la rata di rimborso del capitale è costante mentre varia (decrescendo) la quota di interessi. Si tratta dunque di rate a importo variabile decrescente.

  • alla francese: la rata di rimborso comprensiva di capitale e interessi è calcolata in modo da essere costante per tutta la durata del finanziamento. Si tratta dunque di rate a importo fisso che evitano oscillazioni di valore.


Consigliamo di riepilogare su una tabella Excel (possibilmente trovando il modo di effettuare l’imputazione automaticamente o semi-automaticamente) tutti i dati finanziari del prestito essenziali per la determinazione del cash flow (e non solo). Cioè, per ogni riga del prospetto:

  • data,

  • importo capitale rimborsato,

  • importo degli interessi,

  • importo delle spese accessorie,

  • importo complessivo della rata,

  • capitale residuo.


Dalla tabella completata e quadrata (sostanzialmente il tabulato fornito dalla banca in modalità “libera manipolazione”) il Tesoriere ricava tutte le informazioni necessarie per il proprio lavoro:

  • flussi di cassa mensili,

  • flussi di cassa annuali,

  • residuo debito,

  • rapporto Debito/Patrimonio netto,

  • incidenza debiti a breve/debiti a m/l termine

e per la contabilità

  • calcolo dei ratei di interesse passivi,

  • quadratura dei debiti in bilancio.


Il riepilogo su una tabella globale delle informazioni di sintesi di ogni finanziamento consentirà di disporre di una visione pluriennale indispensabile per la pianificazione strategica.

Al Tesoriere e al Digital CFO non resta ora che sbizzarrirsi per predisporre le viste e le proiezioni reputate migliori (anche per stupire la direzione aziendale).


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