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  • Immagine del redattoreCarlo Carlotto

La contabilità continua (e anche un po’ analitica) (V)

Riprendiamo il tema della contabilità continua, come abbiamo definito il processo per l’amministrazione aziendale sviluppato con metodicità e costanza dal contabile/controller/tesorerie con l’obiettivo di avere sempre il governo della situazione economica, finanziaria e, perché no, anche patrimoniale della propria impresa.

I suggerimenti, per lo più della categoria “uovo di Colombo”, riguardano però anche PMI dotate di una struttura amministrativa più articolata e numerosa.


Ammortamenti

Approfittiamo ancora della definizione dell’OIC, questa volta contenuta nel principio contabile 18 (29 dicembre 2017) riguardante le immobilizzazioni materiali (quelle immateriali sono trattate nel principio 24, ultimo aggiornamento dicembre 2017).

L’ammortamento è la ripartizione del costo di un’immobilizzazione nel periodo della sua stimata vita utile con un metodo sistematico e razionale, indipendentemente dai risultati conseguiti nell’esercizio.

Ne abbiamo già sommariamente trattato quando parlammo del budget e a quell’articolo rimandiamo chi volesse approfondire la parte previsionale degli ammortamenti annuali.


I libri di testo di economia aziendale, da quando si chiamava ancora “ragioneria”, così come per tutte le operazioni di assestamento, indicano nel fatidico “31/12” la data in cui effettuare la registrazione degli ammortamenti di competenza dell’esercizio.

Possiamo aspettare fino a quel momento per conoscere il risultato economico (quasi) completo dell’azienda?

Certo, se non rileviamo l’ammortamento è più facile calcolare l’EBITDA (Earnings Before Interests Taxes Depreciation and Amortization) o il sinonimo più autarchico MOL (Margine Operativo Lordo)!

Scherziamo, ma fino a un certo punto.

Revenue is Vanity, Profit is Sanity, but Cash is King dice Alan Miltz. La traduzione è semplice e intuitiva. Qui la banalizziamo: non è certo il fatturato a contare, l’utile sì è importante ma chi comanda davvero è il denaro contante (ci è scappata anche la rima).

Tutto ciò per dire che più di un CFO, anche tra quelli non Digital, redige conti economici gestionali senza considerare gli ammortamenti “spesando” invece direttamente l’intero valore del cespite nel periodo di acquisto.

A qualche contabile “ortodosso” potranno drizzarsi i capelli ma sotto il profilo della prudenza, a nostro avviso, il ragionamento non fa una piega e … sospendiamo il giudizio.


Tornando al tema in esame, utilizzare la previsione annuale mensilizzata degli ammortamenti fatta a fini di budget per registrare sistematicamente la quota del periodo può essere un facile modo di fare gravare sul conto economico infrannuale anche l’onere relativo all’utilizzo dei cespiti.

Come abbiamo già indicato nel testo richiamato sopra, se l’impresa non redige il budget la stima degli ammortamenti può essere fatta in maniera semplice. Ovviamente non c’è la necessità di rincorrere la puntualità delle due cifre oltre la virgola perché avremo tutto il tempo necessario di intervenire, anche a più riprese con vari sistemi come vedremo più oltre, sulle registrazioni “grezze” per renderle definitive e “perfette” in vista dell’incontro col bilancio in versione ufficiale da depositare.


Rimanenze di magazzino e lavori in corso

In molte tipologie di azienda le rimanenze di magazzino e/o i lavori in corso sono fondamentali per la determinazione del risultato economico (oltre a essere un punto molto delicato per le loro finanze). In questi numerosi casi è impensabile non tenerle sotto costante controllo e, possibilmente, anche rilevarle in partita doppia.

Ovviamente questo non è un argomento specifico della contabilità continua ma un’esigenza imprescindibile per le imprese con particolari core business. Ci riferiamo per esempio alle aziende di produzione di beni, quelle di pura commercializzazione, quelle operanti su commesse pluriennali (ma pure di durata più limitata) e molte altre.


Qui non si tratta infatti di ingegnarsi per trovare modalità contabili più o meno innovative in barba alla tradizione ma, semplicemente, di individuare gli importi, oggetto di delicate valutazioni, da registrare. E questa è tutta un’altra storia, che però non rientra tra gli obiettivi di questo articolo.


A proposito di storie, vi rimandiamo alla prossima puntata per completare le considerazioni sulla contabilità continua. Solo se vorrete, naturalmente.





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